HAMLET IN PIECES

materiali per Orazio, un computer a altre macchine

di e con Ernesto Orrico

Musiche originali Massimo Palermo
Disegni in scena Raffaele Cimino
Luci Jacopo Caruso
Collaborazione artistica Vincenza Costantino, Manolo Muoio
Direttore di produzione Lindo Nudo
Ufficio stampa Franca Ferrami
Produzione Teatro Rossosimona

 

Orazio, stralunato cantastorie, armeggia tra microfoni, amplificatori, interruttori, effetti elettronici, non ha bisogno di maestranze efficienti e nascoste, di tecnici solerti e servitori accondiscendenti. Gli spettri della tragedia scespiriana escono dal suo computer, archivio di musiche, voci, ambienti e rumori. 
Il suo raccontare la causa di Amleto va avanti tra tagli e salti, confondendo tempi e luoghi, alludendo e dimenticando, riassumendo e cambiando.

Cosa succede a Elsinore? Dove si trova Elsinore? In Danimarca o in Calabria, forse.
Amleto è una tragedia di vendetta e sangue, di dubbio e azione, un gioco di incastri e svelamenti che nella contemporaneità si presta alla frammentazione, al ritornello, alla dimenticanza, alla sparizione; è un pièce che va inevitabilmente a pezzi. 
Interfaccia visiva sono le grandi e materiche pagine sulle quali campeggiano figure che alludono ai personaggi della tragedia, segni essenziali, ganci alla memoria o all’immaginazione, presenze fantasmatiche che si animano con un notturno ritmo di una drum machine, un metallico messaggio vocale, uno stralcio di notizia passata alla radio.
Orazio, inesausto cantastorie, continua ad interrogarsi sul “che fare?”, continua ad agitarsi nell’eterno dubbio umano ”To be or not to be: vivere o morire, uccidere o… cos’è il contrario di uccidere?”.

Ernesto Orrico Attore, autore e regista. Ha pubblicato i testi teatrali ‘A Calabria è morta (Round Robin, 2008) e La mia idea. Memoria di Joe Zangara (Erranti/ La scena di Ildegarda, 2020); le raccolte di poesie Appunti per spettacoli che non si faranno (Coessenza, 2012), The Cult of Fluxus (Erranti, 2014), Talknoise. Poesie imperfette e lacerti di canzone (Edizioni Underground?, 2018), Canzoniere storto (Edizioni Underground?, 2022) e Nel sud del sud del suono (Edizioni Underground? 2024). Animatore di progetti di contaminazione tra musica e teatro (The Cult of Fluxus, Speaking and Looping), è autore dei testi e voce nell’album Talknoise con le musiche di Massimo Garritano (Manitù Records, 2018). Ha lavorato con Teatro delle Albe, Scena Verticale, Teatro Rossosimona, Zahir, Centro RAT, Teatro della Ginestra, SpazioTeatro, Compagnia Ragli.

 

“(…) C’è il ritmo coinvolgente del succedersi di fatti, che si confronta con la poesia e i rimandi lirici di canzoni o altri immaginari; c’è l’uso della voce, che calibra la singole parole, ne distorce artisticamente i suoni, le lascia modulare dalle note (quelle delle musiche originali di Massimo Palermo); c’è l’immagine di una storia che spinge con forza, per tornare ad essere raccontata, e ci sono altre immagini (nei disegni realizzati da Raffaele Cimino), quelle dei protagonisti di quella storia, che finiscono in terra, trafitte (…)”

dalla recensione di Paola Abenavoli (Cultural Life)

“Destrutturata e scomposta, una tragedia può aiutare a riscoprire l’essenza dell’essere umano, che si fa solitudine e sofferenza e amplifica all’ennesima potenza dolori, vittime e tempeste che mai si placheranno nell’anima. Lo sa bene Orazio, cantastorie moderno e stralunato, che si presenta sul palcoscenico con il compito più arduo che gli potesse capitare. Vestito in grigio, con una camicia rossa che si lega ai bottoni della giacca, sembra un dj di tendenza in una festa borghese in un locale in, o un inviato d’assalto pronto a dare l’ultimo scoop in diretta su un tg locale. Ma è molto di più.”

dalla recensione di Luigi Caputo (Note Verticali)

 

 

“(…) Può essere la Calabria e le sue faide, o la Palestina, la Turchia, la Russia e l’Ucraina. E questo ampliamento dell’orizzonte dilata le forme e i ruoli dei personaggi della tragedia. Così l’amico fidato di Amleto, Orazio può riassumere, spezzare, cantare, saltare, rompere (facendo il verso al titolo che vede la tragedia in pezzi) e portare nuova luce su tutto il testo. Persino immaginare un finale diverso.(…)”

dalla recensione di Gabriella Lax (Laxstyle)

“Fare ‘a pezzi’ un testo venerato è un’intuizione drammaturgica per stabilire un contatto viscerale tra il pubblico e i personaggi smembrati, riattualizzati, ricollocati anche geograficamente. “Hamlet in Pieces” è un monologo che parla i linguaggi dell’attualità, nel solco del dramma totemico e cela un discorso ampio sullo stato della scena, dei circuiti culturali.”

dalla recensione di Concetta Guido (Corriere della Calabria)

 

“(…) Un lavoro acuto, chirurgico, poetico, personale, originale che affonda le radici della passione e del dolore di Amleto nell’ossessione del rapporto con la madre. Amleto è figlio unico, appeso al sostegno di una metro, che passa su un’esistenza macchiata, sullo sfondo di un’attualità di notizie dei nostri giorni. Scende alla postazione di una consolle che trasmette il racconto della sua vita, come a una radio, indossa un abito rosso e nero, ha il volto e il vizio della follia, che risuona come un tic tra i denti che drizzano le carni.”

dalla recensione di Lorena Martufi (Persinsala)

repliche

6 aprile 2024, SpazioTeatro, Reggio Calabria

13 aprile 2024, Teatro Comunale Gambaro, San Fili

8 maggio 2024, Dam Entropia Unical, Rende

21/22 settembre 2024, Teatro Chimera, Castrovillari

11/12 dicembre 2024, Teatro Tieri, Cosenza

18 gennaio 2025, TiP teatro, Lamezia Terme

24 gennaio 2025, ControTempo, Crotone

16 febbraio 2025, Osservatorio, Reggio Calabria

foto

foto: Marco Costantino
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Foto: Pietro Scarcello
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