spettri di newton

Spettri di Newton. Una storia umana della luce
di Lorenzo Praticò
Con Ernesto Orrico
Musiche originali eseguite dal vivo Massimo Garritano
Regia Manolo Muoio e Ernesto Orrico

Consulenza storico-scientifica Raffaale Agostino e Peppe Liberti

Direzione tecnica Andrea Jacopo Caruso

Organizzazione Alessandra Fucilla

Ufficio stampa Franca Ferrami 


Direzione di produzione Lindo Nudo


Produzione Teatro Rossosimona e Zahir


 

 

Sulla scena prende vita un Isaac Newton tormentato dai fantasmi che ne hanno attraversato l’esistenza, un Newton distopico e a-temporale che dialoga con i suoi fantasmi e si interroga sui massimi sistemi, ma sempre tenendo i piedi saldamente a terra, tra fasci di luce e colori accecanti.

Il progetto, concepito e sviluppato in stretta collaborazione da artisti e autori della scena teatrale calabrese e ricercatori del Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria, ruota intorno alla “scoperta filosofica straordinaria” che la luce è una miscela eterogenea di colori, una scoperta che ha condizionato la vita di Newton oltre l’immaginabile, trascinandolo in un aspro confronto con la comunità scientifica del suo tempo. Un tempo quello, la seconda metà del XVII secolo, in cui la nuova cultura della scoperta cominciava a cambiare il mondo, la scienza ad aggredire la magia, il mito a essere insidiato dai fatti, la dottrina a essere sostituita dalla “teoria”. In questo nuovo mondo non è più possibile sottrarsi al confronto e alla competizione tra pari che, per essere gestita, ha bisogno di regole (e dunque di accademie e società) e di rivendicazione di priorità (e dunque della stampa che certifichi la paternità dei risultati). 

“Spettri di Newton” è la storia di un frammento di vita e di scienza del “geniale misantropo” non molto diversa da quella di tutti quegli esseri umani che, stretti tra i loro talenti e le loro manie, hanno battuto strade inesplorate, accidentate come solo può essere il cammino che porta alla conoscenza. Una storia paradigmatica e appassionante che, attraverso la lente d’ingrandimento della narrazione teatrale, prova a proporre un dialogo poetico tra il nostro e un tempo che forse non apparirà più così lontano. 

 

 

“(…) Quello che va in scena è un percorso in cui vita e scienza scorrono insieme, si incrociano, sottolineano l’una l’essenza dell’altra, anche attraverso la letteratura, i rimandi ai grandi autori, citandone i capolavori. Newton è uno strumento, con le sue scoperte ma soprattutto con il suo ricercare, di questo percorso; e la luce, lo spettro di colori, il riflesso, diventano le metafore dello stesso percorso. Spettro di colori e spettri di vita, fantasmi che si ripropongono, in un mondo che muta, insieme al protagonista.”

dalla recensione di Paola Abenavoli (Cultural Life)

“(…) Orrico si muove come uno sciamano sul tappeto musicale, evocativo e straniante, di Garritano in un fortunato dialogo tra parole e note, una mescolanza cui la coppia ci ha da tempo abituati: dalla chitarra si generano pattern ripetuti grazie all’elettronica in un tributo anche concettuale dell’analogico al digitale. Il pubblico si fa coinvolgere dal flusso di pensieri che non scade mai nel formulario scientifico, una palla rossa simboleggia la mela della celebre teoria e l’artificio scenico dell’esercizio del dubbio che porta alla sapienza è dato dal protagonista che quasi gioca con l’oggetto sferico.”

dalla recensione di Eugenio Furia (Corriere della Calabria)

repliche

5 settembre 2024, Teatro Auditorium Unical, Rende Rende (CS), per Convegno Internazionale SILS

10 ottobre 2024, Teatro Metropolitano, Reggio Calabria, per il Festival Cosmos

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